Provincia di Bobbio ( 1743 - 1860 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Preunitario

Sede: non indicata

Codici identificativi

  • SP-00000020 [Identificativo di sistema]

Abstract

La Provincia di Bobbio (1743 – 1798; 1814 – 1860) Nonostante nel 1743, con il Trattato di Worms, Bobbio diventi una provincia del Regno di Sardegna, sarà effettivamente operativa solo con l’editto di sua maestà del 15 settembre 1775, che stabiliva la costituzione del distretto di Bobbio comprensivo dei comuni di Bobbio, Borgorato, Caminata, Cella con Casale, Castellaro, Cegni, Cignolo e Negruzzo, Corte Brugnatella, Fortunago, Godiasco e San Giovanni Piumesana, Gravanago, Groppo, Menconico con San Pietro Casasco e Caro Bosmenso, Montepicco, Nivione e Capo di Selva, Oramala e Quarti, Pietra Gavina con Santa Cristina, Case di Cabiano, Casa Fiore e Cascina Torretta, Roccasusella, Romagnese, Sagliano, Sant’Albano, San Ponzo, Staghiglione e Stefanago, Trebecco, Valnizza, Valverde, Zavattarello. Per quanto riguarda l’amministrazione dei comuni, con la riforma del 1775 veniva stabilita la dipendenza del consiglio comunale all’Intendente della provincia. Ai sindaci e ai consiglieri spettava osservare la legislazione corrente, mentre i consigli avevano il compito di controllare la formazione dei causati, i registri delle esazioni e i conti dell’esattore, oltre che alla conservazione delle scritture e degli atti del comune. Il consiglio eleggeva il proprio segretario, tra i notai, su approvazione dell’intendente, perché si occupasse del carteggio e della sua conservazione (ndr Lombardia). La vita del distretto terminerà con l’arrivo delle truppe francesi nel 1797, ma con la Restaurazione l’ex contea di Bobbio tornerà in mano ai Savoia. Il 7 ottobre 1814 con regio editto vennero infatti istituite le province, dipendenti dal senato di Piemonte, e la loro distribuzione in mandamenti di giudicature (editto 7 ottobre 1814), al fine di riunire sotto un unico giusdicente più luoghi, con obbligo per il giudice di risiedere nella città capoluogo di mandamento. Con successivo regio editto del 10 novembre 1818 venne decretata una nuova circoscrizione generale delle province degli stati di terraferma e la suddivisione degli stati in divisioni, province, mandamenti e comunità. Lo stesso anno Bobbio diviene vice intendenza di seconda classe, appartenente alla divisione di Genova e comprendente i mandamenti di Bobbio, Ottone, Varzi e Zavattarello. Sotto il Regno di Sardegna Bobbio dal 1814 al 1847 era capo di provincia e mandamento nella divisione militare di Geneva. Era inoltre sede di un vescovo suffrageo dell’arcivescovo di Genova, di un comandante militare della città e della provincia. Vi era inoltre un tribunale di prefettura di quarta classe, una giunta sanitaria, e una rappresentanza del protomedicato (ndr Casalis, 1834). Con regia patente del 25 agosto 1842 Bobbio viene dichiarata intendenza di seconda classe, sempre facente capo all’intendenza generale di Genova. L’ufficio di intendenza era composto da un intendente, un segretario e due scrivani. Il compito dell’intendente generale, riformato con regia patente del 1842, era quello di vigilare sull’amministrazione dei comuni nominando i funzionari e approvando “i causati e i conti”. Erano inoltre legittimati ad autorizzare le spese e approvare i ruoli dei contribuenti. Le sfere di competenza dei consigli di intendenza erano la risoluzione delle controversie sull’esazione dei redditi, sulla riscossione degli introiti, sul catasto e sui danni alluvionali (ndr Lombardia). A partire dal 1848 la provincia di Bobbio divenne parte della divisione di Alessandria. Confinava con la provincia di Voghera e il Piacentino, la provincia di Chiavari per uno sviluppo di 129.500 metri. Comprendeva 27 comuni che costituivano quattro mandamenti: il mandamento di Bobbio con CorteBrugnatella, Pregola e Romagnese; il mandamento di Ottone con Cerignale, Fascia, Fontanigorda, Gorretto, Rondanina, Rovegna, Zerba; il mandamento di Varzi con Bagnara, Cella, Menconico, Pietra-Gavina, Sagliano, Santa Margherita, Val di Nizza; il mandamento di Zavattarello con Camminata ,Fortunago, Ruino, Sant’Albano, Trebecco e Valverde. La posizione geografica montuosa e la mancanza di vie di comunicazione rendevano difficoltosi il commercio e l’innovazione industriale, rendendo la provincia particolarmente isolata, in decrescita demografica e in via di spopolamento (ndr Casalis 1855). Con l’Unità d’Italia e la riorganizzazione amministrativa del territorio, Bobbio confluì sotto la provincia di Pavia fino al 1923, quando venne abolito il circondario di Bobbio e i comuni ridistribuiti tra le provincie di Genova, Pavia e Piacenza, sotto la quale venne inserito insieme ai comuni di Caminata, Cerignale, Corte Brugnatella, Ottone, Romagnese, Ruino, Trebecco, Zavattarello e Zerba. Il mandamento di Bobbio confinava “a tramontana coi mandamenti di Varzi e di Zavattarello; a mezzodì con quello di Ottone, a ponente colla provincia di Tortona, ed a levante col ducato di Piacenza, la cui frontiera non è discosta che miglia 1 112 da Bobbio” (ndr Casalis) per una superficie a prevalenza montuosa di 166.90 chilometri quadrati. La città di Bobbio era capo di circondario elettorale comprendente 12 comuni e 204 elettori iscritti. Alla città erano uniti i sobborghi di Ceci, San Cristoforo, Dezza, Santa Maria e Vaccarezza con altrettante parrocchie. Gli abitanti della città nel 1771 erano 4079, nel 1838 3976, di cui militari iscritti alla guardia nazionale in servizio ordinario 209 (ndr Casali 1855). Fonti Le istituzioni storiche nel territorio Lombardo, Regione Lombardia, 2007 https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/toponimi/9000037/ Dizionario geografico storico – statistico – commerciale degli stati di s. m. il re di sardegna a cura di Goffredo Casalis, 1834, pp. 363 – 383. Dizionario geografico storico – statistico – commerciale degli stati di s. m. il re di sardegna a cura di Goffredo Casalis, 1855, pp. 511 – 521.

Complessi archivistici

Compilatori

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