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Istituti Ospedalieri Rizzoli

Istituti Ospedalieri Rizzoli (1827 - 1987)

681 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

Storia archivistica:

Archivio storico degli Istituti Ortopedici Rizzoli
Notizie storiche
Il fabbricato in cui sorge attualmente l’Istituto Rizzoli, era un tempo il Convento di Monaci dell’Ordine Olivetano la cui fondazione nella forma attuale risale al 1437. Successivi ampliamenti protrassero l’attività costruttiva ed artistica fin quasi all’inizio del secolo XVIII, epoca in cui iniziava il periodo di decadenza del monastero. Il convento fu soppresso nel 1797 con la venuta di Napoleone Bonaparte in Italia a seguito dell’abolizione delle Corporazioni religiose decretato dal nuovo Governo Repubblicano. Nel secolo XIX il fabbricato fu adibito ad usi svariati servendo come casa di condanna e come caserma per truppe straniere. Verso la metà del secolo l’edificio fu adattato a Villa del Legato Pontificio per divenire poi, nel 1860, Villa Reale per il soggiorno di Vittorio Emanuele II. Infine, dopo anni di abbandono, passava nel 1866 alla Provincia di Bologna, da cui l’acquistava il chirurgo Francesco Rizzoli. Quest’ultimo per testamento designò in effetti la Provincia, dotandola di un patrimonio di due milioni, alla creazione di un Istituto Ortopedico con la raccomandazione che dell’antico convento venisse conservato quanto ancora vi si trovava di rilevanza storico-artistica .
La figura di Francesco Rizzoli (1809 – 1880) dominò la chirurgia bolognese per un quarantennio, dal 1840 al 1880. Il suo pregio, più grande, in tempi in cui l’anestesia era ancora agli albori (egli fu fra i primi a sperimentare il cloroformio nel novembre 1847) e pressoché sconosciuta era la pratica della sterilizzazione, fu, oltre a una solida preparazione anatomo-topografica, la straordinaria rapidità con cui operava. Non vi fu campo della chirurgia e dell’ostetricia in cui non si cimentasse, mettendo a punto tecniche originali e ideando uno strumentario adeguato. Le sensibilità mostrata da Rizzoli per la cura dei difetti congeniti, tubercolosi ossea, osteomielite e delle deformazioni connesse a queste malattie lo portò alla decisione di creare una clinica specializzata in ortopedia e traumatologia. Il progetto dell’illustre medico vedeva sua piena realizzazione nel 1896 quando, dopo lavori da parte dell’Amministrazione Provinciale di Bologna, veniva infine inaugurato l’Istituto Rizzoli con una cerimonia (28 giugno) presieduta da Umberto I di Savoia e dalla consorte Margherita. La Direzione dell’Istituto veniva affidata dapprima al prof. P. Panzeri, poi ad Alessandro Codivilla dal 1899 al 1912. In quegli anni la fama dell’Istituto cominciava a crescere e il Rizzoli diveniva modello per istituzioni simili. Morto Codivilla prematuramente gli successero due suoi allievi G. Sangiorgi e V. Putti: quest’ultimo, dopo qualche anno di codirezione, rimaneva unico titolare della carica, mantenendola fino alla morte improvvisa avvenuta nel 1940. A Putti vanno molti meriti, tra essi la sensibilizzazione della medicina nei confronti dell’ortopedia: tale azione si tradusse in una maggiore attenzione alla prevenzione e alla profilassi ortopedica, fondamentale per ridurre i numerosi casi di deformità. All’epoca la cura per tali patologie era spesso solamente la relegazione dei malati in nosocomi o altri ospizi cronici, cosicché i pazienti attendevano inutilmente un recupero sociale. Putti creò poi una valida scuola ortopedica anche aperta, tramite apposite borse di studio, a studenti dell’America Latina. In seguito alla prima guerra mondiale Putti fu spinto, visto l’alto numero di motulesi, a potenziare un centro per la produzione di sussidi ortopedici e protesi (già esistente nel 1915): le Officine Ortopediche annesse all’Istituto, in collegamento alle quali Putti promuoveva ricerche basilari sulla tecnologia delle protesi (anche con l’istituzione di apposito premio). Putti poi promuoveva la istituzione del centro di cura per malati di tubercolosi osteoarticolare, il Codivilla-Putti sito in Cortina (1923). L’attività di Putti nel campo della divulgazione scientifica fu altrettanto alacre: partecipò o fu promotore di iniziative editoriali tra cui la nascita della rivista “La Chirurgia delgi Organi di Movimento”. Da segnalare poi la attività di erudito che portò Putti alla creazione di una ricca collezione di autografi di scienziati cui si affianca una raccolta di strumenti chirurgici e testi rari e preziosi di medicina. Per capire l’importanza dell’attività di Putti può servirer questa citazione: nel 1973 il chairman della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota) ebbe a dire “quando in Europa esistevano ospedali famosi come l’Istituto Rizzoli e maestri come Putti, noi eravamo ancora all’età della pietra”. Alla morte di Putti gli succedeva alla Direzione del Rizzoli il suo allievo Francesco Delitala (1940 – 1953).

Nel tempo il Rizzoli proseguiva la sua attività di cura e ricerca in campo ortopedico, dal 1981 poi diveniva “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”, pertanto oggi, accanto all’Ospedale Ortopedico, esistono un centro di ricerca denominato “Codivilla Putti”, un laboratorio per il disegno scientifico. Continua inoltre la convenzione (già istituita all’epoca di Putti) con l’Università di Bologna per l’insegnamento della Clinica Ortopedica.

Notizie generali sui fondi archivistici e loro consistenza
Il patrimonio documentario degli Istituti Ortopedici Rizzoli appare oggi di rilevante interesse per due ordini di motivi: da un lato è specchio dell’attività di una istituzione medica di ricerca e di cura dalle peculiarità ben precise, che ha avuto e ha tuttora fama e rilevanza internazionale; d’altro canto l’insieme dei documenti oggi conservati presso l’archivio del Rizzoli, è pervenuto ai giorni nostri senza subire, in sostanza, danni o interventi che potessero alterarne l’assetto originario.
In sede di sopralluogo effettuato dalla Sovrintendenza Archivistica nell’anno 2000, erano state censite tre partizioni generali del patrimonio documentario nel suo complesso, si forniscono pertanto i dati emersi in tale occasione, inserendo inoltre le osservazioni emerse in sede di riordino:
· da un lato un consistente nucleo documentario sta a testimoniare l’attività degli organi amministrativi dell’Ente (anche relativamente all’Istituto Elioterapico Codivilla Putti sito in Cortina e dipendente dal Rizzoli stesso); sono raccolti in questa sede gli atti relativi alle operazioni del Consiglio di Amministrazione, all’ufficio Segreteria, al Servizio Patrimonio ed Attività Tecniche, all’ufficio Personale. La documentazione pertinente a questo nucleo, che si ipotizzava coprisse gli anni 1896 – 1974 (ma si veda oltre per l’effettiva scansione cronologica al punto relativo ai criteri di inventariazione), ed è tuttora conservata presso gli uffici amministrativi, risultava così quantificabile: 160 scatole, 275 registri e volumi (per notizie in dettaglio sulla consistenza determinatasi all’atto del riordino e nell’assetto definitivo si veda sotto al punto relativo ai criteri di inventariazione).
Presso l’archivio storico dell’Amministrazione Provinciale di Bologna è poi presente documentazione relativa allo IOR (32 buste) per gli anni 1888 – 1916. L’Ente IOR venne infatti fondato in base a un lascito del prof. Rizzoli amministrato dalla Provincia. In sede di sopralluogo si rilevava l’opportunità di inventariare tale materiale insieme al resto del patrimonio archivistico pertinente il Rizzoli. Da colloqui successivi con i responsabili di tale archivio emergeva tuttavia la presenza di ulteriori 9 buste relative all’Azienda Rizzoli all’interno degli atti pertinenti all’attività dell’Ufficio Tecnico Provinciale (in particolare a lavori di riattamento e sistemazione di San Michele in Bosco sede del Rizzoli). Di tali buste esisteva un elenco, redatto su supporto elettronico, copia del quale veniva regolarmente messa a disposizione degli interessati. In tale sede si appurava poi la natura essenzialmente contabile degli atti conservati nelle 32 buste sopra nominate.
· la documentazione attinente l’attività sanitaria vera e propria vede, accanto alle cartelle cliniche dei pazienti (presenti a partire dal 1899, ammontano a 250.000 circa fino al 1974 e non sono state oggetto del presente intervento di riordino), una serie ben individuabile delle cartelle dei militari feriti nella 1° guerra mondiale: queste ammontano a circa 6.000, sono suddivise per patologia e all’interno di essa ripartite in ordine alfabetico secondo i singoli nominativi, coprono l’arco cronologico 1915 – 1922. Tale serie, conservata presso i magazzini della ditta Plurima di Minerbio, veniva inclusa nel progetto di riordino ed inventariazione; in tale occasione se ne stabiliva la collocazione definitiva nei locali dove viene oggi conservato l’archivio amministrativo. Un ultimo nucleo di cartelle cliniche è quello conservato presso il Centro Tumori: tali documenti sono presenti, unitamente alle lastre radiografiche, a partire dal 1900 e ammontano a oltre 25.000, fino al 1960 sono quantificabili in numero di 3468. Tale nucleo documentario viene gestito con apposito data-base dallo stesso Centro Tumori, in sede di inventariazione si è pertanto provveduto all’acquisizione dei dati relativi al programma.
· presso la Biblioteca dello IOR sono poi custodite le carte relative all’attività dei Direttori (il nucleo più rilevante è quello riguardante il prof. Putti) e del fondatore dell’Istituto (Rizzoli appunto). Tale materiale, ben distinto secondo i singoli professori cui appartennero le carte, era stato oggetto di un censimento a cura del personale interno, restavano pertanto elenchi, tuttavia si doveva procedere a una inventariazione capillare e l’assetto delle carte Putti necessitava di indagini approfondite.

Nota dell'archivista:

Metodologie di intervento e criteri di inventariazione
Dell’archivio storico dello IOR sono stati riordinati, inventariati con data-base Sesamo, condizionati ed etichettati (per le sigle apposte sulle etichette si vedano le introduzioni ai singoli fondi più oltre) gli atti pertinenti l’archivio amministrativo (ivi compresi i servizi Patrimonio e Personale), le cartelle cliniche dei militari feriti nella 1° guerra mondiale e gli archivi Putti e Rizzoli; sono state infine acquisite notizie dettagliate relative al data-base di gestione delle cartelle cliniche del Centro Tumori. Poiché in sede di intervento sui nuclei documentari pertinenti il prof. Rizzoli e il prof. Putti emersero numerose capsule e fascicoli non censiti in occasione della ricognizione della Sovrintendenza, si è resa necessaria una dilazione di tempo; in tale occasione si decideva inoltre lo stralcio dell’intervento sul materiale presso l’archivio storico della Provincia di Bologna, per il quale si era già evidenziata una sostanziale estraneità al nucleo di documenti prodotti dal Rizzoli stesso: si tratta sì infatti di documenti riguardanti il Rizzoli ma prodotti dalla Provincia di Bologna in qualità di ente amministratore del Rizzoli. Pertanto per ulteriori notizie riguardo il materiale conservato presso l’Archivio della Amministrazione Provinciale di Bologna si può fare riferimento agli elenchi reperibili in tale sede.
Si forniscono i dati metodologici relativi all’intervento.
Archivio amministrativo (numerazione progressiva senza sigle aggiuntive: consistenza 166 scatole, 299 registri e volumi)
La prima operazione concordata sul materiale documentario è stata la ricognizione capillare e il censimento della documentazione, che ha permesso di identificare nel materiale cui genericamente ci si riferiva come “Archivio amministrativo” alcuni nuclei ben distinti per un ammontare complessivo di 166 scatole, 299 registri, volumi, che coprono un arco cronologico dal 1827 al 1987:
1. innanzitutto si è rilevata la presenza di un archivio aggregato (Consorzio dell’Acquedotto di Villa Aldini) di consistenza ridotta (2 buste), ma ben distinguibile come autonomo. Si è pertanto provveduto a descriverlo distinguendolo accuratamente dall’altro materiale.
2. Poi si sono evidenziate diverse fasi nell’archiviazione degli atti del vero e proprio archivio amministrativo, che sono stati trattati con differenti criteri, messi in evidenza nella descrizione e nell’assetto finale dato alle carte (atti non classificati e archiviati per argomento, atti sottoposti alla classificazione secondo un titolario, di cui si sono descritti gli argomenti in ogni singola unità);
3. si è osservato che, in prospettiva diacronica, l’archiviazione delle carte ha subito, per alcune materie, l’influenza del modo concreto di svolgere l’attività che esse testimoniano: gli atti relativi alla gestione tecnica del patrimonio immobiliare sono stati ben presto scorporati dal sistema titolario e raggruppati in quella che si configura come una serie a parte per le attività tecniche, la stessa operazione è stata fatta per altre discipline come i premi quali in particolare il “Premio Umberto I”; si è quindi provveduto a dare omogeneita all’assetto finale e a descrivere nel dettaglio sia lo svolgimento dei fatti sia l’attuale stato delle carte.
4. Per quanto riguarda il materiale che è stato reperito in quantità abbastanza rilevante, raccogliendolo da diversi servizi (vedi descrizione generale dell’archivio), esso è stato ricondotto alle serie presenti nella struttura dell’archivio che si era andata delineando oppure lo si è inserito e descritto nella apposita serie Miscellanea.
Archivio cartelle cliniche dei militari I guerra mondiale (conservato presso Arch. Amm.vo IOR) (numerazione progressiva senza sigle aggiuntive: consistenza 35 cassette)
L’articolazione fondamentale delle serie è data dagli anni di afferenza delle unità, a partire dal 1915. All’interno di ciascun anno sono state aperte sezioni corrispondenti alle patologie trattate, indicate con numerazione progressiva secondo la tabella nosologica utilizzata dall’ospedale.
L’archiviazione delle unità (singole cartelle cliniche con relativo contenuto) è stata effettuata rispettando la successione dei pezzi così come è stata rinvenuta all’interno dei faldoni; si tratta di una successione alfabetica imperfetta che non è stata corretta in sede di inserimento dati.
Delle singole unità sono stati indicati:
- cognome e nome del paziente
- classe di nascita
- segnatura della serie
- eventuale contenuto della cartella clinica, secondo il seguente siglario:
1. c. cl.: cartella clinica ulteriore rispetto a quella principale; sotto questa sigla sono indicate anche le griglie di diagramma e le tavole anatomiche prestampate
2. b. s.: biglietto di sala, modulo standard utilizzato dall’ospedale per la gestione dei posti-letto e del corredo dei pazienti;
3 f. : fotografia
4 rx: radiografia
5 d.: disegno; sono indicati non i singoli disegni, ma i singoli fogli contenenti uno o più disegni
6 d. a.: documentazione accessoria, comprende tutto quanto non rientra nelle precedenti classificazioni (fogli di transito, certificazioni di degenza, corrispondenza dei pazienti o dei medici etc.).
Si è provveduto inoltre a:
- archiviare nelle serie e nelle sezioni corrispondenti le unità erroneamente archiviate;
- segnalare la presenza di documentazione relativa ad altri pazienti erroneamente archiviata all’interno delle singole unità, senza provvedere al suo spostamento per non alterare la composizione delle unità stesse
- segnalare la presenza di unità afferenti al ricovero e alla cura di pazienti estranei alle vicende belliche.

La collocazione dei pezzi è stata effettuata per serie, ossia seguendo un criterio di successione cronologica per anno. All’interno di ciascuna serie la successione delle sezioni segue il numero progressivo della nosologia.
Archivi aggregati: Acquedotto di Villa Aldini, Carte Putti, Rizzoli, Codivilla e Rizzoli
Acquedotto di Villa Aldini (conservato presso Arch.Amm.vo IOR) (sigla A; consistenza: 2 buste)
Il presente materiale è conservato presso l’Archivio Storico Amministrativo dello IOR cui pervenne alla data di scioglimento dell’Ente. Per maggiori informazioni si rinvia alla serie omonima.
Carte Putti (collocate presso la Biblioteca dell’Istituto Rizzoli) (sigla P: consistenza 24 buste, 43 capsule in cuoio, 1 pacco)
All’atto del riordino l’archivio Putti presentava una situazione complessa: le carte infatti erano sì condizionate e organizzate in fascicoli, i quali recavano sovente intestazione corrispondente al contenuto, tuttavia non si intravedeva un criterio di ordinamento nella loro collocazione archivistica. Acuiva la difficoltà, a livello di intervento, l’assenza di notizie dettagliate sulla storia dell’archivio, nonostante fossero di aiuto le liste redatte in tempi diversi con una certa accuratezza; si deve inoltre sottolineare come questo archivio abbia mantenuto nel tempo una collocazione ben definita all’interno della Fondazione Putti, anche se è molto probabile che all’interno di tale collocazione avvenissero spostamenti di materiale. Da segnalare la presenza di un fondo “Autografi”, collocato nella sezione museale della Fondazione Putti: si tratta di 379 autografi di illustri personalità della scienza interamente e dettagliatamente censiti nel catalogo di T. De Marinis (v. Bibliografia). Tale fondo non è stato compreso nella presente descrizione inventariale per la sua natura di collezione storica, tuttavia i dati ad esso relativi sono assai facilmente accessibili consultando gli strumenti allestiti appositamente e già editi in passato.
Ricostruiamo pertanto qui di seguito l’assetto della documentazione così come si presentava all’atto del riordino: si trattava di pacchi di fascicoli, identificabili in base al pianale dell’armadio in cui erano custoditi, seguivano poi 32 capsule di manoscritti e 8 capsule numerate contenenti altri fascicoli. Ecco pertanto l’elenco:
- pacco A e B (pianale C): corrispondenza intrettenuta dal prof. Putti con vari interlocutori, ordinata in camicie intestate ai singoli nominativi; la raccolta, organizzata dallo stesso professore, si compone di due pacchi, in uno ogni carpetta contiene il carteggio con un solo interlocutore, nell’altro le persone con cui il professore aveva scambio di corrispondenza sono aggregate a due o tre o quattro per fascicolo: probabilmente il nesso è di natura geografica e linguistica.
- Corrispondenza pacco C e D (pianale C): due pacchi, da collegarsi come collocazione ai pacchi della precedente voce (pianale C). Erano qui raccolti, suddivisi per argomenti, corrispondenza con medici riguardo ricerche o casi clinici o convegni, corrispondenza con enti vari e inerente attività in commissioni, corrispondenza con librai antiquari
– Corrispondenza pianale D – pacchi A C F: Si trovavano archiviati in questa sede gli atti conservati nel pianale contrassegnato con lettera D, ovvero corrispondenza ordinata cronologicamente, corrispondenza con medici ordinata secondo sequenza alfabetica e secondo aree geografiche di appartenenza, corrispondenza con privati in ordine alfabetico, infine corrispondenza con librai.
– Corrispondenza pianale D – pacchi D E: fascicoli contenenti lettere ricevute da medici anche stranieri, ordinate secondo lettera iniziale in sequenza alfabetica per il pacco D, suddivise per area geografica per il pacco E
– Carteggio in altri sportelli e Pacco 6: documentazione eterogenea. Il pacco 6 sembra il frutto di un affrettato e disordinato raggruppamento di documenti vari e diversi.
– Manoscritti scientifici: 32 capsule in cuoio, così ordinate in origine e contenenti materiale relativo alle pubblicazioni di Putti, seguivano poi 5 capsule contraddistinte con lettera A, B, C, D, E, contenenti materiale relativo sia a pubblicazioni che a convegni e viaggi.
– Capsule verdi: serie di 8 contenitori numerati da I a IX (mancava il numero II), custoditi accanto al fondo Rizzoli e corredati di elenco dattiloscritto risalente a prima del 1980, anno in cui la bibliotecaria effettuò controllo del contenuto. In tale occasione emerse la mancanza della capsula II. In questi contenitori erano conservati atti pertinenti il curriculum e la carriera di Putti, i viaggi e la partecipazione a convegni, rapporti con Istituto Rizzoli, materiale per pubblicazioni.
- Infine alcune carte (7 in tutto) sono pervenute alla Biblioteca dall’Ufficio Patrimonio nel maggio 2001: corredate da elenco erano suddivise cronologicamente e sono pertanto state ricondotte alla serie carteggio ordinato cronologicamente (segnalandone la presenza e collocandole in apposito sottofascicolo)
La prima fase del lavoro si è pertanto incentrata su un attento vaglio dei singoli fascicoli e della tipologia documentale in essi contenuta: si è provveduto a ripristinare una sequenza corretta (cronologica o alfabetica) e a fornire una descrizione inventariale razionale e accurata, segnalando con apposite note anomalie o particolarità.
Dopo un attento vaglio delle carte, un’accurata ricerca di dati anche tramite colloqui con responsabili della Biblioteca IOR si è poi proceduto alla creazione di un titolario, che corrispondesse alle partizioni dell’attività del produttore dell’archivio. Le serie delineate sono pertanto:
Onorificenze, curriculum vitae
Convegni e commissioni
Attività presso il Rizzoli
Carteggio in ordine alfabetico
Carteggio in ordine cronologico
Carteggio per area geografia
Attività didattica
Attività scientifica
Manoscritti di opere scientifiche
Si rimanda alle notizie introduttive alle singole serie nell’inventario.
I fascicoli hanno pertanto trovato collocazione omogenea e l’assetto risulta più chiaro: si sono ricondotti a unica sede i fascicoli attinenti la medesima materia ma collocati in settori diversi dell’archivio.
Carte Rizzoli (collocate presso la Biblioteca dell’Istituto Rizzoli) (sigla R: consistenza 58 buste)
all’atto del riordino si disponeva di elenchi dettagliati che hanno permesso di ricostruire con certezza le serie documentarie. Poichè la documentazione era già disposta in corretta sequenza cronologica si è verificato l’ordine delle carte e si è poi inventariato il materiale. Si fornisce l’elenco delle serie rimandando alle singole introduzioni per eventuali chiarimenti ulteriori
Onorificenze
Corrispondenza
Atit per l’amministrazione del patrimonio
Documentazione contabile
Attività scientifica
Varie
Si segnala l’aggiunta nella serie Carteggio di documenti provenienti dall’ufficio Patrimonio confluiti solo in un secondo momento presso la Biblioteca IOR (maggio 2001). Si è comunque provveduto ad apporre note apposite.
Carte Codivilla e Carte Sangiorgi (collocate presso la Biblioteca dell’Istituto Rizzoli) (sigla C sigla S: consistenza rispettivamente 1 capsula in cuoio, 1 busta)
si tratta del carteggio inerente altri Direttori dello IOR. Le serie di pertinenza di questi fondi sono decisamente esigue come consistenza. Tali atti, corredati di appositi elenchi, provengono dall’Ufficio Patrimonio e confluirono, in attesa di collocazione, presso la Biblioteca nel maggio 2001.