Comune di Bobbio ( 1301 gennaio 1 - circa 1980 dicembre 31 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente pubblico territoriale
Sede: Bobbio
Codici identificativi
- SP-00000019 [Identificativo di sistema]
Abstract
Cenni storici Le prime tracce di insediamenti umani nell’area di Bobbio risalgono al Neolitico, come mostrano le testimonianze materiali rinvenute nel Villaggio del Groppo (ca. 5000 a.C.), dove campagne di scavo novecentesche hanno portato alla luce manufatti litici e frammenti ceramici. Durante l’Età del Ferro la zona è abitata dai Bagienni, popolazione ligure localizzata nel Piemonte sud-occidentale, fino alla Val Trebbia. I Bagienni mantengono il controllo della regione all’incirca per cinque secoli, realizzando strutture difensive atte come valli e fortificazioni. Risale invece al V secolo a.C. l’avvento dei Celti e, successivamente, dei Galli Boi. Con la colonizzazione romana, a partire dal 14 a.C., Bobbio entra nella sfera d’influenza del municipium di Velleia e si registra una complessiva riorganizzazione, anche infrastrutturale, del territorio. Intorno al IV secolo d.C., Bobbio si trasforma in un castrum (accampamento militare fortificato), con l’edificazione, verso la fine del secolo, della chiesa di San Pietro, poi eretta a basilica. Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’intera regione entra nell’orbita bizantina come parte della provincia delle Alpi Cozie, ma nel VI secolo viene conquistata dai Longobardi. Bobbio rientra così nella sfera d’influenza del ducato pavese. Nel 612, il monaco irlandese Colombano, in viaggio verso Roma da Bangor insieme ad altri compagni, riceve dai sovrani longobardi Agilulfo e Teodolinda una porzione di terra demaniale, dove nel 614 viene fondato il monastero di Bobbio. Alla sua morte, nel 615, la guida del monastero passa ad Attala. Con la fondazione di uno scriptorium e la raccolta del Glossarium Bobiense (IX secolo), una biblioteca che, secondo il catalogo di Gerberto d’Aurillac (fine X secolo), contava circa 700 codici, il monastero di Bobbio si impone ben presto come uno dei più importanti centri culturali d’Occidente. Ma il monastero non è semplicemente un centro culturale, bensì anche un centro di organizzazione del territorio circostante: l’estimo redatto alla fine del IX secolo indica infatti la presenza di 350 massari e 300 livellari. Nel 774, intanto, con la conquista carolingia di Pavia, il monastero passa sotto la protezione imperiale. Durante il periodo carolingio, l’abate Wala (833) riesce a consolidare il potere monastico, ma nel X secolo il monastero entra in una fase di decadenza. Con la riorganizzazione amministrativa dell’Italia settentrionale, Bobbio diviene così parte della Marca Obertenga, e nel 999, sotto l’abate Pietroaldo, il monastero viene trasformato in sede vescovile e contea a garanzia della propria autonomia. Nel 1014, Bobbio ottiene lo status di città imperiale, con un regime giuridico e fiscale autonomo. Nel XII secolo, il Comune di Bobbio evolve in chiave indipendente rispetto al potere feudale, adottando istituzioni consolari tipiche dei comuni italiani a questa altezza cronologica. Tuttavia, il conflitto tra il potere comitale e i boni homines sfocia ben presto in lotte intestine, aggravate altresì dal contrasto tra guelfi e ghibellini. Nel 1160, l’uccisione del vescovo Oberto Malvicino segna un ulteriore momento di instabilità cittadina. Nel 1208, il processo di Cremona sancisce l’assoggettamento dell’abate al vescovo, determinando una profonda crisi del monastero. Pochi anni dopo, nel 1216, il Comune passa da un governo consolare a uno podestarile. Nel 1304, Bobbio cade sotto il controllo dei Malaspina, con Corradino Malaspina che sospende gli statuti comunali e sviluppa un progetto signorile e autoritario. Nel 1341, i Visconti conquistano Bobbio, integrandolo nella Signoria di Milano. Il dominio visconteo dura sino alla metà del XV secolo, quando Bobbio passa agli Sforza e, nel 1436, ai Dal Verme. Nel XVI secolo, Bobbio viene coinvolta nei conflitti franco-spagnoli. Dopo l’occupazione francese (1499-1500) e il ritorno ai Dal Verme (1500-1512), la città subisce un nuovo assedio che causa 200 morti, nonché la distruzione delle mura cittadine e del castello. Nel 1559, con il Trattato di Cateau-Cambrésis, Bobbio entra sotto la dominazione spagnola. Vi resterà fino al 1713. Con il Trattato di Utrecht (1713), Bobbio passa sotto il controllo austriaco, per poi essere annessa al Regno di Sardegna nel 1746. L’invasione francese (1796) conduce alla dissoluzione del feudo e alla soppressione del monastero (1805), in coerenza con il progetto portato avanti da Napoleone. Nel 1815, con il Congresso di Vienna, Bobbio torna a far parte del Regno di Sardegna. Il XIX secolo viene segnato da varie epidemie di colera (1836, 1854, 1867) che hanno un impatto significativo sulla popolazione. Con l’Unità d’Italia, Bobbio perde la propria secolare autonomia amministrativa, diventando un circondario della provincia di Pavia (decreto Rattazzi). Nel 1923, passa alla provincia di Piacenza, con conseguenti modifiche amministrative che portano anche alla chiusura del tribunale e delle carceri mandamentali. Tra il 7 e il 27 agosto 1944 viene proclamata la Repubblica di Bobbio, esperienza soffocata dall’occupazione nazifascista il 29 agosto. La liberazione definitiva avviene invece nel marzo del 1945.
Complessi archivistici
- Comune di Bobbio (1387 - 2000 dicembre 31)
Compilatori
- Inserimento dati: (persona)
Link risorsa: https://archivista.hiboucoop.org/creators/20